INPS: Precisazioni sulla procedura “VE.R.A.” per la cerificazione dei debiti contributivi

L’INPS con messaggio del 26 gennaio 2022, n. 400, ha fornito precisazioni in merito alla procedura “VE.R.A. e Certificazione dei Debiti Contributivi”

L’INPS, con messaggio del 26 gennaio 2022, n. 400, fornisce ulteriori precisazioni in merito alla “VE.R.A. e Certificazione dei Debiti Contributivi”, illustrata in precedenza con i messaggi n. 4696 del 28 dicembre 2021 e n. 322 del 21 gennaio 2022.
La predetta procedura VE.R.A. è stata sviluppata:

a) per dare attuazione a quanto previsto dal “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”, ai fini dell’accesso a una delle procedure di regolazione della crisi o dell’insolvenza (come stabilito dagli artt. 39 e 42 del D.Lgs. n. 14/2019);

b) per consentire, nell’ambito della procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa, l’emissione della certificazione che deve essere depositata, a corredo dell’istanza volontaria di nomina di un esperto indipendente, dall’imprenditore commerciale e agricolo, in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario.

Tale istanza deve essere presentata tramite la piattaforma telematica nazionale accessibile agli imprenditori iscritti nel Registro delle imprese attraverso il sito internet istituzionale di ciascuna Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Al fine di indirizzare il richiedente, nella homepage della procedura “VE.R.A. e Certificazione dei Debiti Contributivi” sono state inserite specifiche indicazioni cui l’interessato deve attenersi in ordine all’utilizzo della medesima.

“Precisazioni in ordine ai presupposti per l’effettuazione della richiesta e agli effetti sulle modalità di definizione della stessa da parte delle Strutture territoriali”

– Certificazione dei debiti contributivi ai sensi dell’art. 363 del D.Lgs. 12/1/2019, n. 14
Tenuto conto che l’entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è stata differita al 16 maggio 2022, alla data odierna, nessuna richiesta trasmessa attraverso la procedura “VE.R.A. e Certificazione dei Debiti Contributivi” da soggetti interessati da procedure concorsuali regolate dalla vigente legge fallimentare  dovrà essere definita con l’emissione del Certificato unico dei debiti contributivi. Ciò in quanto l’utilizzo della certificazione è previsto esclusivamente nell’ambito delle procedure sopra richiamate disciplinate dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza non ancora operative.

– Certificazione dei debiti contributivi ai sensi dell’art. 363 del D.Lgs. 12/1/2019, n. 14, nell’ambito della procedura di composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa
Per escludere che l’Istituto rilasci una certificazione al di fuori delle ipotesi previste dalla vigente normativa sopra richiamata, prima dell’inserimento della richiesta nella procedura “VE.R.A. e Certificazione dei Debiti Contributivi”, l’interessato dovrà dichiarare la motivazione della richiesta per ora limitata alla fattispecie di cui alla precedente lettera b).

In attesa della descritta funzionalità aggiuntiva, le Strutture territoriali, prima di dare corso alle attività di istruttoria e di definizione della richiesta, avranno cura di verificare la presenza in capo al richiedente della condizione di iscrizione dell’impresa alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. In caso affermativo, dovrà essere contattato il richiedente per acquisire la dichiarazione che l’istanza è preordinata all’avvio della procedura dicomposizione negoziata.


In mancanza di tale dichiarazione, non si dovrà dare corso all’istruttoria e alla definizione della richiesta con l’apposizione dello stato “Archiviata per assenza di requisiti”.

Fringe benefit e stock option: trasmissione dati


L’INPS, con il messaggio 26 gennaio 2022, n. 401 ha fornito le istruzioni sulla trasmissione dei dati relativi ai compensi erogati dalle aziende a titolo di fringe benefit e di stock option al personale cessato dal servizio nel periodo di imposta 2021 ai fini dell’emissione delle Certificazioni Uniche (INPS – messaggio 26 gennaio 2022, n. 401).

Ai sensi dell’art. 51, D.P.R. n. 917/1986, il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro.
Tale disposizione stabilisce il cosiddetto “principio di onnicomprensività” che comporta l’assoggettamento a tassazione di tutto ciò che il lavoratore dipendente riceve in relazione al rapporto di lavoro, fatte salve le eccezioni ivi previste.


L’ampia locuzione legislativa ricomprende, oltre alla retribuzione corrisposta in danaro, anche quei vantaggi accessori, quali i fringe benefit e le stock option, che i lavoratori subordinati possono conseguire come integrazione della retribuzione.
A tale riguardo, per l’anno 2020, il DL Agosto (art. 112, D.L. n. 104/2020, conv., con modif., dalla L. n. 126/2020), ha elevato ad 516,46 euro annui l’importo del valore dei beni ceduti e dei servizi prestati dall’azienda ai lavoratori dipendenti che non concorre alla formazione del reddito; tale valore è stato confermato anche per il 2021 dal D.L. n. 41/2022, conv. con modif. in L. n. 69/2021.
Relativamente alle tempistiche da rispettare da parte dei datori di lavoro nella trasmissione all’INPS dei dati relativi ai compensi erogati a titolo di fringe benefit e di stock option al personale cessato dal servizio nel corso dell’anno 2021, va premesso che l’art. 23, co. 3, D.P.R. n. 600/1973, prevede che, entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di riferimento, il sostituto d’imposta è tenuto ad effettuare il conguaglio fiscale di fine anno. Inoltre, l’Istituto, come tutti i sostituti d’imposta, è tenuto a trasmettere telematicamente all’Amministrazione finanziaria i flussi delle Certificazioni Uniche, ai fini della dichiarazione precompilata dei redditi dei contribuenti.


In tal senso, al fine di consentire all’Inps di effettuare tempestivamente gli adempimenti ai quali è tenuto in qualità di sostituto d’imposta, i datori di lavoro interessati dovranno inviare telematicamente, entro e non oltre il 21 febbraio 2022, i dati relativi ai compensi per fringe benefit e stock option erogati nel corso del periodo di imposta 2021 al personale cessato dal servizio durante l’anno 2021.


I flussi che perverranno tardivamente rispetto alle suddette tempistiche non potranno essere oggetto di conguaglio fiscale di fine anno. Saranno tuttavia oggetto di rettifiche delle Certificazioni Uniche, nelle quali sarà espressamente indicato al contribuente, nelle annotazioni, l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi.


Per l’invio dei dati è necessario utilizzare l’applicazione “Comunicazione Benefit


Aziendali”, disponibile sul sito istituzionale www.inps.it.


Decontribuzione Sud, agevolazione under 36 e donne: proroga al 30 giugno 2022


27 genn 2022 Per effetto della decisione della Commissione europea dello scorso 11 gennaio, l’applicabilità delle agevolazioni under 36, decontribuzione Sud, esonero per l’occupazione femminile è stata prorogata fino al 30 giugno.

I benefici in parola possono trovare applicazione, dunque, anche in riferimento agli eventi incentivati (assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine di giovani under 36 o di donne svantaggiate) che si verificheranno nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2022, nonché alla Decontribuzione Sud, che potrà essere applicata fino al mese di competenza giugno 2022.
Inoltre, la Commissione europea ha previsto che il massimale di erogazione degli aiuti temporanei di cui alla sezione 3.1 della comunicazione della Commissione europea C(2020) 1863 final del 19 marzo 2020, è innalzato a:
– 290.000 euro per le imprese operanti nella produzione primaria di prodotti agricoli;
– 345.000 euro per le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura;
– 2,3 milioni di euro per le imprese operanti in tutti gli altri settori.


Di conseguenza, ai fini della legittima applicazione dei benefici in trattazione, deve tenersi conto dei nuovi massimali.
Ai fini della corretta esposizione dei benefici riguardanti le agenzie di somministrazione, relativamente alla posizione per i lavoratori assunti per essere impegnati presso l’impresa utilizzatrice (posizione contributiva contraddistinta dal CSC 7.07.08 e dal CA 9A), anche per la Decontribuzione Sud, come già indicato per l’esonero giovani e per l’esonero donne, deve essere concatenato alla data di assunzione/trasformazione il numero di matricola dell’azienda utilizzatrice, nel seguente formato AAAAMMGGMMMMMMMMMM (18 caratteri, ad esempio: 202106091234567890).
Infine, con specifico riferimento all’agevolazione per l’assunzione/trasformazione di donne di qualsiasi età che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità occupazionale di genere e “prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi”, per l’individuazione dei settori e delle professioni validi per il 2022, è necessario fare riferimento al DM 402/2021.


Edilizia Industria Ancona: accordo in materia di E.V.R.



Firmato il 19/1/2022, tra il Collegio dei Costruttori della Provincia di Ancona aderente all’ANCE e FILLEA-CGIL, FILCA-CISL e FENEAL-UIL Provinciale, l’accordo sulla verifica degli indicatori provinciali per la determinazione dell’E.V.R. per il settore dell’edilizia industria della provincia di Ancona


Le Parti firmatarie dei Contratti Integrativi per l’Edilizia Industria della Provincia di Ancona, si sono incontrate il 19 gennaio 2022 per effettuare il confronto dei parametri previsti per la determinazione dell’EVR, come disposto dalla contrattazione nazionale e territoriale.
Pertanto, verificato che tutti e quattro i parametri presentano una variazione positiva, hanno convenuto che l’EVR da liquidare nell’anno 2022 sarà pari al 4% dei minimi tabellari del 2018, così come determinato dalle tabelle che seguono:


OPERAI – MINIMI PAGA BASE ORARI/EVR – DECORRENZA 1/1/2022































 

1/7/2018

EVR

a) Operai di produzione    
Operaio di quarto livello 6,96 0,2784
Operaio specializzato 6,47 0,2588
Operaio qualificato 5,82 0,2328
Operaio comune 4,97 0,1988
b) Custodi, guardiani, portinai, fattorini, uscieri ed inservienti 4,48 0,1792
c) Custodi, portinai, guardiani con alloggio 3,98 0,1592


IMPIEGATI – STIPENDI MINIMI MENSILI/EVR – DECORRENZA 1/1/2022































Livelli

1/7/2018

EVR

7 1.720,71 68,83
6 1.548,63 61,94
5 1.290,52 51,62
4 1.204,51 48,18
3 1.118,46 44,74
2 1.006,62 40,26
1 860,36 34,41

Fondo Sanimoda: aumento del contributo per i dipendenti del CCNL Giocattoli

Decorre, dal mese di gennaio 2022, l’aumento del contributo mensile, a carico delle imprese, per i dipendenti delle industrie di giocattoli iscritte al Fondo di assistenza sanitaria integrativa

A seguito del  rinnovo CCNL siglato ne mese di giugno, da gennaio 2022, la contribuzione al Fondo Sanimoda per le aziende che applicano il CCNL Giocattoli passerà da 24€ a 36€ trimestrali per ogni dipendente avente diritto.
La contribuzione risulterà regolare a fronte di abbinamento tra distinta e bonifico di pari importo ed il mancato abbinamento comporta la sospensione della copertura sanitaria.
In fase di generazione della distinta o caricamento della distinta in formato TXT, l’importo da indicare per ogni lavoratore dovrà essere 36€.
Con la modifica contrattuale, i lavoratori con CCNL Giocattoli passeranno dal Piano Sanitario Base al Piano Sanitario Plus, quest’ultimo prevede:
– franchigie e scoperti inferiori
– aumento di massimali rispetto al precedente Piano
– assenza di franchigie per le prestazioni sostenute attraverso il Sistema Sanitario Nazionale.
Le aziende che hanno già scelto di versare un importo pari o superiore a 36€, potranno continuare a versare l’importo precedentemente scelto, i Piani applicati non subiranno variazioni.

Definito l’EVR annualità 2022 per il settore dell’Edilizia Industria di Pesaro Urbino



Con l’accordo firmato il 6/12/2021, tra ANCE Pesaro Urbino e FENEAL-UIL Marche, FilCA-CISL Marche e FILLEA-CGIL per la verifica dell’EVR per la provincia di Pesaro Urbino, sono stati definiti gli importi da erogare ai lavoratori del settore per l’anno 2022


Le Parti territoriali per il settore dell’Edilizia Industria per la provincia di Pesaro Urbino, sulla base dei dati raccolti hanno congiuntamente verificato che tutti e quattro i parametri previsti a livello provinciale e utili per il calcolo dell’EVR hanno fatto registrare un andamento positivo e che l’EVR è maturato nella misura del 100% dell’aliquota del 4% calcolata sui minimi tabellari previsti dal CCNL.
Come previsto dal CCNL, le Parti si danno reciprocamente atto che ogni impresa procederà al raffronto dei dati aziendali riferiti alte ore denunciate In Cassa Edile Pesaro ed al volume d’affari valido ai fini IVA negli stessi trienni presi a riferimento per il calcolo dell’EVR. Qualora entrambi i parametri risultino negativi, l’EVR non sarà riconosciuto, mentre nei caso che uno solo dei due parametri risulti negativo, l’impresa erogherà l’EVR nella misura del 65%; in entrambi i casi, l’impresa avrà l’onere di attivare la procedura di comunicazione ad ANCE Pesaro Urbino ed alla Cassa Edile competente territorialmente


E.V.R. annualità 2022 erogabile con decorrenza Gennaio 2022 per un massimo di 12 mesi


IMPIEGATI EDILIZIA INDUSTRIA
E.V.R. a livello aziendale (tenuto conto della verifica e della determinazione a livello territoriale)




















































Livello

Paga base mensile (1/9/2020)

E.V.R. Territoriale (100% della misura piena)

con 2 parametri aziendali positivi (100% misura piena)

(*) con 1 parametro aziendale positivo (65% della misura piena)

(*) con nessun parametro aziendale positivo (EVR non erogabile)

7 1.790,71 71,63 71,63 46,56 0
6 1.611,63 64,47 64,47 41,90 0
5 1.343,02 53,72 53,72 34,92 0
4 1.253,51 50,14 50,14 32,59 0
3 1.163,96 46,56 46,56 30,26 0
2 1.047,57 41,90 41,90 27,24 0
1 895,36 35,81 35,81 23,28 0


– (*) –


In tal caso è obbligatoria la Dichiarazione di Atto notorio resa dall’azienda secondo quanto previsto da CCNL


OPERAI EDILIZIA INDUSTRIA
E.V.R. a livello aziendale (tenuto conto della verifica e della determinazione a livello territoriale)































Livello

Paga base oraria (1/9/2020)

E.V.R. Territoriale (100% della misura piena)

con 2 parametri aziendali positivi (100% misura piena)

(*) con 1 parametro aziendale positivo (65% della misura piena)

(*) con nessun parametro aziendale positivo (EVR non erogabile)

4 7,24572 0,28983 0,28983 0,18839 0
3 6,72809 0,26912 0,26912 0,17493 0
2 6,05532 0,24221 0,24221 0,15744 0
1 5,17499 0,20700 0,20700 0,13455 0


– (*) –


In tal caso è obbligatoria la Dichiarazione di Atto notorio resa dall’azienda secondo quanto previsto da CCNL

Uniontessile – Confapi non eroga l’aumento previsto dal CCNL


Uniontessile – Confapi non eroga l’aumento previsto dal CCNL



Uniontessile Confapi ha deciso, unilateralmente, di non voler corrispondere l’aumento previsto dal CCNL, a decorrere dal 1/2/2022, in forza dell’attivazione della clausola di salvaguardia


Lo scorso luglio, le OO.SS (Filctem/Femca/Uiltec) hanno rinnovato con altra organizzazione datoriale di rappresentanza (Sistema Moda Italia aderente a Confindustria) il CCNL per le aziende tessili dei vari settori rappresentati, con un costo complessivo di gran lunga inferiore rispetto a quello sottoscritto con Uniontessile, sia per quanto riguarda il valore economico degli incrementi dei minimi contrattuali da voi concordati sia per le loro decorrenze che determinano montanti salariali annui decisamente inferiori rispetto a quelli definiti nel rinnovo con Uniontessile.
A fronte di tale situazione, la categoria ha richiesto alle organizzazioni sindacali, compresi i Segretari Generali delle stesse, numerosi incontri per definire una soluzione concordata al fine di riportare un riequilibrio economico tra il rinnovo e quello sottoscritto con SMI.
Uniontessile ha quindi comunicato alle OO.SS., di volersi avvalere, a far data dal 1/2/2022, di quanto previsto dalla clausola di salvaguardia prevista dal vigente CCNL (Estensione contratto stipulato con altre associazioni: “Qualora le Organizzazioni dei lavoratori contraenti, all’interno del campo di applicazione del presente Contratto, dovessero concordare con altre Associazioni di datori di lavoro o di artigiani condizioni meno onerose di quelle previste da codesto CCNL, tali condizioni si intenderanno estese alle aziende che abbiano le medesime caratteristiche e che siano rappresentate da Uniontessile Confapi“).
Pertanto, per il restante periodo di validità del CCNL Uniontessile, vale a dire fino al 31/3/2023, le aziende che applicano il suddetto CCNL daranno corso dal 1/2/2022 all’applicazione ai lavoratori dei minimi contrattuali (ERN) previsti dal CCNL SMI, fatta salva l’eventuale possibilità per ciascuna azienda di riconoscere in conto futuri aumenti contrattuali la differenza tra tali minimi contrattuali e quelli attualmente in essere.
Per una maggiore tutela delle aziende che volessero dare corso all’applicazione della clausola di salvaguardia, così come attivata dalla categoria, la suddetta comunicazione è stata altresì trasmessa a tutti gli Enti previdenziali, assicurativi e ispettivi per tutti gli aspetti di loro competenza.
L’azione intrapresa nei confronti delle Organizzazioni Sindacali è finalizzata a far valere le legittime istanze della Categoria, la quale non può essere oggetto di dumping contrattuale da parte delle OO.SS. per avere sottoscritto, nel rispetto di corrette relazioni sindacali, il rinnovo del CCNL pochi mesi prima dell’inizio della pandemia.


Tali azioni potranno causare, nelle aziende che vorranno dare corso all’applicazione della clausola, eventuali tensioni sindacali, ma la categoria non ha potuto percorrere soluzioni alternative in quanto tutte precluse dalla chiusura delle OO.SS. nazionali.
Le aziende interessate dovranno procedere a comunicare ai dipendenti la volontà di dare applicazione alla clausola tramite comunicato aziendale, come da fac-simile allegato, da esporre nella bacheca aziendale.
L’applicazione della clausola comporta, a far data dal 1/2/2022, la variazione del minimo tabellare (ERN) precedentemente riconosciuto, assumendo quale riferimento gli importi riportati nelle tabelle, qui di seguito indicate, in relazione al comparto di attività dell’azienda e all’inquadramento del lavoratore.
Le aziende che volessero mantenere la differenza tra il minimo tabellare Uniontessile (ERN) alla data del 31/1/2022 e il nuovo minimo tabellare (ERN) definito in funzione dell’applicazione della clausola e decorrente dal 1/2/2022 potranno riportare tale valore in apposita voce quale “acconto futuri aumenti “, i cui valori sono riportati nelle tabelle di seguito riportate.
Pertanto, con l’applicazione delle suddette tabelle, non dovrà essere corrisposto l’aumento previsto dal CCNL Uniontessile Confapi, dal 1/2/2022, non più applicabile in forza dell’attivazione della clausola di salvaguardia.
I nuovi valori dell’ERN andranno riconosciuti per il restante periodo di validità del CCNL Uniontessile, vale a dire fino al 31/3/2023, con le variazioni previste alla voce “acconto futuri aumenti”.
Le aziende che non intendano dare applicazione alla clausola di salvaguardia continueranno a riconoscere i valori dei minimi tabellari (ERN) e i relativi adeguamenti, come previsto dal rinnovo del CCNL Uniontessile Confapi del 24/1/2020 e corrisponderanno l’aumento previsto dal 1/2/2022.


Tabelle nuovi valori minimi tabellari (ERN) a seguito applicazione clausola di salvaguardia.


 


 


PENNE SPAZZOLE PENNELLI


 


























































Minimi Uniontessile rinnovo


del 24/1/20220

Minimi Uniontessile

come da clausola di


salvaguardia

Voce


Acconto Futuri

Livelli fino al 31/1/2022 Al 1/2/2022 Al 1/2/2022 Totale
7 2.224,74 2.049,70 175,04 2.224,74
6 2.038,99 1.924,49 114,50 2.038,99
5 1.936,11 1.802,76 133,35 1.936,11
4S 1.838,90 1.714,95 123,95 1.838,90
4 1.777,33 1.675,42 101,91 1.777,33
3 1.691,68 1.638,13 53,55 1.691,68
2 1.595,60 1.556,18 39,42 1.595,60
1 1.267,48 1.237,20 30,28 1.267,48


 











































































 

Minimi Uniontessile


come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri

 

Minimi Uniontessile


come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri

 

Livelli Al 1/4/2022 Al 1/4/2022 Totale Al 1/1/2023 1/1/2023 Totale
7 2.073,70 151,04 2.224,74 2.103,70 121,04 2.224,74
6 1.946,89 92,10 2.038,99 1.974,89 64,10 2.038,99
5 1.823,76 112,35 1.936,11 1.850,01 86,10 1.936,11
4S 1.734,95 103,95 1.838,90 1.759,95 78,95 1.838,90
4 1.695,02 82,31 1.777,33 1.719,52 57,81 1.777,33
3 1.657,33 34,35 1.691,68 1.681,33 10,35 1.691,68
2 1.574,38 21,22 1.595,60 1.597,13 -1,53 1.595,60
1 1.251,60 15,88 1.267,48 1.269,60 -2,12 1.267,48


GIOCATTOLI


 


























































Minimi Uniontessile rinnovo


del 24/1/20220

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce acconto Futuri

 

Livelli fino al 31/1/2022 Al 1/2/2022 Totale Totale
7 2.222,84 2.049,70 173,14 2.222,84
6 2.056,54 1.924,49 132,05 2.056,54
5 1.953,80 1.802,76 151,04 1.953,80
4S 1.844,98 1.714,95 130,03 1.844,98
4 1.795,47 1.675,42 120,05 1.795,47
3 1.715,60 1.638,13 77,47 1.715,60
2 1.621,16 1.556,18 64,98 1.621,16
1 1.280,90 1.237,20 43,70 1.280,90


 


 











































































 

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce acconto Futuri

 

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri

 

Livelli Al 1/4/2022 Al 1/4/2022 Totale Al 1/1/2023 Al 1/1/2023 Totale
7 2.073,70   2.222,84 2.103,70 119,14 2.222,84
6 1.946,89   2.056,54 1.974,89 81,65 2.056,54
5 1.823,76   1.953,80 1.850,01 103,79 1.953,80
4S 1.734,95   1.844,98 1.759,95 85,03 1.844,98
4 1.695,02   1.795,47 1.719,52 75,95 1.795,47
3 1.657,33   1.715,60 1.681,33 34,27 1.715,60
2 1.574,38   1.621,16 1.597,13 24,03 1.621,16
1 1.251,60   1.280,90 1.269,60 11,30 1.280,90


OCCHIALI


 



















































Minimi Uniontessile rinnovo del 24/1/20220

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri


Livelli fino al 31/1/2022 Al 1/2/2022 Al 1/2/2022 Totale
6 2.207,83 2.049,70 158,13 2.207,83
5 2.016,21 1.924,49 91,72 2.016,21
4S 1.866,95 1.802,76 64,19 1.866,95
4 1.782,19 1.714,95 67,24 1.782,19
3 1.704,00 1.638,13 65,87 1.704,00
2 1.607,28 1.556,18 51,10 1.607,28
1 1.265,41 1.237,20 28,21 1.265,41


 


 



































































Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce acconti Futuri

 

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri


Livelli Al 1/4/2022 Al 1/4/2022 Totale Al 1/1/2023 Al 1/1/2023 Totale
6 2.073,70 134,13 2.207,83 2.103,70 104,13 2.207,83
5 1.946,89 69,32 2.016,21 1.974,89 41,32 2.016,21
4S 1.823,76 43,19 1.866,95 1.850,01 16,94 1.866,95
4 1.734,95 47,24 1.782,19 1.759,95 22,24 1.782,19
3 1.657,33 46,67 1.704,00 1.681,33 22,67 1.704,00
2 1.574,38 32,90 1.607,28 1.597,13 10,15 1.607,28
1 1.251,60 13,81 1.265,41 1.269,60 -4,19 1.265,41


PELLI E CUOIO


 



















































Minimi Uniontessile rinnovo del 24/1/20220

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce acconti Futuri


Livelli fino al 31/01/2022 Al 1/2/2022 1/2/2022 Totale
6 2.161,60 2.049,70 111,90 2.161,60
5 1.961,66 1.924,49 37,17 1.961,66
4S 1.832,60 1.802,76 29,84 1.832,60
4 1.777,99 1.714,95 63,04 1.777,99
3 1.707,45 1.638,13 69,32 1.707,45
2 1.615,26 1.556,18 59,08 1.615,26
1 1.266,52 1.237,20 29,32 1.266,52



































































Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri

 

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri


Livelli Al 1/4/2022 Al 1/4/2022 Totale Al 1/1/2023 Al 1/1/2023 Totale
6 2.073,70 87,90 2.161,60 2.103,70 57,90 2.161,60
5 1.946,89 14,77 1.961,66 1.974,89 -13,23 1.961,66
4S 1.823,76 8,84 1.832,60 1.850,01 -17,41 1.832,60
4 1.734,95 43,04 1.777,99 1.759,95 18,04 1.777,99
3 1.657,33 50,12 1.707,45 1.681,33 26,12 1.707,45
2 1.574,38 40,88 1.615,26 1.597,13 18,13 1.615,26
1 1.251,60 14,92 1.266,52 1.269,60 -3,08 1.266,52


CALZATURE


 





































































Minimi Uniontessile

Minimi Uniontessile come


 da clausola di salvaguardia

Acconto Futuri aumenti


Livelli fino al 31/1/2022 Al 1/2/2022 Al 1/2/2022 Totale
8 2.271,67 2.173,24 98,43 2.271,67
7 2.111,54 2.049,70 61,84 2.111,54
6 1.953,64 1.924,49 29,15 1.953,64
5 1.855,18 1.802,76 52,42 1.855,18
4 1.777,11 1.714,95 62,16 1.777,11
3 bis 1.736,28 1.675,42 60,86 1.736,28
3 1.695,97 1.638,13 57,84 1.695,97
2bis 1.645,82 1.590,85 54,97 1.645,82
2 1.602,41 1.556,18 46,23 1.602,41
1 1.265,24 1.237,20 28,04 1.265,24


 


 



























































































 

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Acconto Futuri aumenti

 

Minimi Uniontessile come da clausola di salvaguardia

Acconto Futuri aumenti

Totale

Livelli Al 1/4/2022 Al 1/4/2022 Totale Al 1/1/2023 Al 1/1/2023
8 2.198,64 73,03 2.271,67 2.230,39 41,28 2.271,67
7 2.073,70 37,84 2.111,54 2.103,70 7,84 2.111,54
6 1.946,89 6,75 1.953,64 1.974,89 -21,25 1.953,64
5 1.823,76 31,42 1.855,18 1.850,01 5,17 1.855,18
4 1.734,95 42,16 1.777,11 1.759,95 17,16 1.777,11
3 bis 1.695,02 41,26 1.736,28 1.719,52 16,76 1.736,28
3 1.657,33 38,64 1.695,97 1.681,33 14,64 1.695,97
2bis 1.609,45 36,37 1.645,82 1.632,70 13,12 1.645,82
2 1.574,38 28,03 1.602,41 1.597,13 5,28 1.602,41
1 1.251,60 13,64 1.265,24 1.269,60 -4,36 1.265,24


 


 


TESSILI


 





































































Minimi Uniontessile

Minimi Uniontessile come da


clausola di salvaguardia

Voce Acconto Futuri


Livelli fino al 31/1/2022 Al 1/2/2022 Al 1/2/2022 Totale
8 2.261,63 2.173,24 88,39 2.261,63
7 2.135,16 2.049,70 85,46 2.135,16
6 2.003,22 1.924,49 78,73 2.003.22
5 1.877,34 1.802,76 74,58 1.877,34
4 1.776,86 1.714,95 61,91 1.776,86
3 bis 1.736,28 1.675,42 60,86 1.736,28
3 1.695,75 1.638,13 57,62 1.695.75
2bis 1.645,76 1.590,85 54,91 1.645.76
2 1.602,23 1.556,18 46,05 1.602.23
1 1.267,67 1.237,20 30,47 1.267,67


 


 




























































































Minimi Uniontessile come


da clausola di salvaguardia

Voce


Acconto Futuri

 

Minimi Uniontessile come


da clausola di salvaguardia

Voce acconto Futuri

 

Livelli Al 1/4 /2022 Al 1/4/2022 Totale al 1/1/2023 Al 1/1/2023 Totale
8 2.198,64 62,99 2.261,63 2.198,64 62,99 2.261,63
7 2.073,70 61,46 2.135,16 2.073,70 61,46 2.135,16
6 1.946,89 56,33 2.003,22 1.946,89 56,33 2.003,22
5 1.823,76 53,58 1.877,34 1.823,76 53,58 1.877,34
4 1.734,95 41,91 1.776,86 1.734,95 41,91 1.776,86
3 bis 1.695,02 41,26 1.736,28 1.695,02 41,26 1.736,28
3 1.657,33 38,42 1.695,75 1.657,33 38,42 1.695,75
2bis 1.609,45 36,31 1.645,76 1.609,45 36,31 1.645,76
2 1.574,38 27,85 1.602,23 1.574,38 27,85 1.602,23
1 1.251,60 16,07 1.267,67 1.251,60 16,07 1.267,67

Esclusi dal comporto i periodi di quarantena e sorveglianza domiciliare per Covid-19


Dal periodo di comporto che determina causa di licenziamento collegata al prolungamento della malattia devono essere esclusi sia il tempo trascorso in quarantena precauzionale per chi ha avuto contatti con un soggetto infetto da Covid-19, sia quello passato in isolamento domiciliare, disposto da un apposito provvedimento del sindaco, per coloro che siano risultati positivi al virus Covid-19, in relazione agli eventi verificatisi fino al 31 dicembre 2021 (Tribunale di Palmi – Ordinanza 13 gennaio 2022).

In base alle norme che regolano l’istituto del comporto per malattia del lavoratore (art. 2110, co. 2, del codice civile), nei casi di assenza dal lavoro per infortunio, malattia, gravidanza e puerperio, il datore di lavoro ha diritto di recedere dal contratto decorso il periodo stabilito dalla legge, dai contratti collettivi, dagli usi o secondo equità.
La durata del periodo di comporto, pertanto, è determinata dalle fonti cui la norma rinvia e, in particolare, dal CCNL applicabile.
La ratio della disposizione si individua nell’esigenza di contemperare, da un lato, l’interesse del lavoratore a disporre di un congruo periodo di assenze per ristabilirsi a seguito di malattia od infortunio e, dall’altro, l’esigenza del datore di lavoro di non dover subire a tempo indefinito ripercussioni sull’organizzazione aziendale per effetto dell’assenza del lavoratore.
Al fine di garantire un equo bilanciamento tra gli interessi di entrambe le parti, quindi, deve ritenersi che il datore di lavoro non possa unilateralmente recedere prima del superamento del limite di tollerabilità dell’assenza del lavoratore (cd. periodo di comporto), astrattamente predeterminato, e che il mero superamento del predetto limite costituisca condizione sufficiente di legittimità del recesso, nel senso che non è necessaria la prova del giustificato motivo oggettivo del licenziamento o della sopravvenuta impossibilità della prestazione lavorativa, né della correlata impossibilità di adibire il lavoratore a mansioni superiori.
Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità, il licenziamento per superamento del periodo di comporto costituisce una fattispecie autonoma di recesso, vale a dire una situazione di per sé idonea a consentirlo, diversa da quelle riconducibili ai concetti di giusta causa o giustificato motivo.


In relazione ai periodi più recenti caratterizzati dalla diffusione dell’epidemia da Covid-19, il decreto cd. “Cura Italia” ha disposto che “fino al 31 dicembre 2021, il periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva di cui all’articolo 1, comma 2, lettere h) e i) del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, e di cui all’articolo 1, comma 2, lettere d) ed e), del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, dai lavoratori dipendenti del settore privato, è equiparato a malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento e non è computabile ai fini del periodo di comporto”.
La norma, per individuare il periodo trascorso in quarantena o permanenza domiciliare richiama a sua volta l’art. 1, comma 2, lett. d) ed e) del D.L. n. 19/2020, il quale indica, da un lato, i soggetti ai quali sia stata applicata la misura della quarantena precauzionale in quanto “hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva o che entrano nel territorio nazionale da aree ubicate al di fuori del territorio italiano”, dall’altro, coloro che siano stati sottoposti a “divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte alla misura della quarantena, applicata dal sindaco quale autorità sanitaria locale, perché risultate positive al virus”.
Ne consegue che, ai fini del superamento del periodo di comporto, non può essere valutato sia il tempo trascorso in quarantena precauzionale per chi ha avuto contatti con un soggetto infetto, sia quello passato in isolamento domiciliare, disposto da un apposito provvedimento del sindaco, per coloro che siano risultati positivi al virus.


Nel caso esaminato il giudice del lavoro ha ravvisato il mancato superamento del periodo di comporto per effetto della neutralizzazione dei periodi in cui il lavoratore risultava in quarantena e in sorveglianza domiciliare attiva. Di conseguenza ha disposto l’illegittimità del licenziamento, con reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro precedentemente occupato e il riconoscimento di un’indennità risarcitoria commisurata alla retribuzione globale di fatto dalla data del licenziamento sino a quella dell’effettiva reintegrazione, oltre rivalutazione e interessi legali dalla maturazione dei singoli ratei al saldo.
In particolare, dall’esame della documentazione prodotta il giudice ha accertato che:
– il lavoratore si è assentato per malattia dal 27/11/2020 al 6/06/2021, senza alcuna interruzione (certificato medico);
– nel periodo ricompreso tra il 26/11/2020 e il 15/12/2020 il lavoratore ha contratto l’infezione da Covid-19 (esito tamponi), ed è stato sottoposto ad isolamento domiciliare con divieto assoluto di contatti e spostamenti (ordinanza sindacale).
Dal periodo di malattia utile ai fini della determinazione del periodo di comporto, quindi, deve essere scomputato l’arco temporale in cui il lavoratore ha contratto l’infezione e, per l’effetto di un’apposita ordinanza disposta dal Sindaco, si trovava in isolamento domiciliare (26/11/2020 – 15/12/2020).
Di conseguenza, come periodo di malattia computabile ai fini del comporto va preso in considerazione l’arco temporale che va dal 15/12/2020 al 6/06/2021, corrispondente a 172 giorni di malattia. Il calcolo è stato effettuato considerando come base annua, cui va rapportato il periodo di comporto, l’anno solare e cioè nei 365 giorni decorrenti dall’inizio della malattia, in quanto continuativa.
Considerato che il periodo di comporto previsto dalla contrattazione collettiva applicata è di 180 giorni, il licenziamento è nullo per illegittimità della causa.

Agricoli a tempo determinato: domanda per benefici dopo eventi calamitosi o eccezionali


Si forniscono indicazioni sugli adempimenti per la compilazione degli elenchi nominativi dei braccianti agricoli valevoli per l’anno 2021.


Per i lavoratori agricoli a tempo determinato è previsto un particolare beneficio previdenziale, cosiddetto “trascinamento di giornate”, consistente nel riconoscimento, sia ai fini previdenziali che assistenziali, in aggiunta alle giornate di lavoro prestate nell’anno 2021, di un numero di giornate necessarie al raggiungimento del numero di giornate lavorative effettivamente svolte presso i medesimi datori di lavoro nell’anno precedente a quello di fruizione dei benefici per gli interventi di prevenzione e compensazione dei danni per calamità naturali o eventi eccezionali.
Il beneficio è riconosciuto anche ai piccoli coloni e ai compartecipanti familiari delle aziende che abbiano beneficiato dei medesimi interventi.
Il beneficio è destinato ai lavoratori occupati nel 2021, per almeno cinque giornate, presso un’impresa agricola di cui all’articolo 2135 c.c. che abbia fruito di almeno uno degli interventi di cui all’articolo 1, comma 3, del D.Lgs. n. 102/2004 e che ricada in un’area dichiarata calamitata. Alla delimitazione delle aree calamitate provvedono le Regioni con proprie delibere o decreti.
Requisito necessario ai fini del citato “trascinamento” è che le giornate di lavoro siano state prestate presso i medesimi datori di lavoro.


Le aziende interessate devono trasmettere per via telematica la dichiarazione di calamità, direttamente o per il tramite degli intermediari autorizzati, avvalendosi dell’apposito servizio, denominato “Dichiarazione di calamità aziende agricole”, reperibile nella sezione “Prestazioni e servizi” del sito istituzionale www.inps.it e fruibile con le consuete modalità di accesso.
Le dichiarazioni di calamità devono fare riferimento alle aree delimitate, così come da decreti/delibere regionali.
Per la concessione del beneficio ai piccoli coloni e compartecipanti familiari, i concedenti devono inviare alle Strutture dell’Istituto competenti per territorio il modulo “SC95” – “Dichiarazione per la concessione ai piccoli coloni/compartecipanti familiari dei benefici a seguito di eventi calamitosi o di eventi eccezionali”, reperibile sul sito dell’Istituto (www.inps.it).
Tale trasmissione deve avvenire entro il 25 febbraio 2022 per consentire alle Strutture territoriali di procedere alla validazione delle domande in tempo utile alla compilazione degli elenchi annuali valevoli per l’anno 2021.


Non colpevole il datore di lavoro in assenza di elementi univoci

Non è responsabile il datore di lavoro in caso di infortunio del lavoratore, per assenza di elementi univoci dai quali possa trarsi, senza necessità di approfondimento critico, il convincimento di innocenza dell’imputato (Corte di Cassazione Sentenza n. 2182/2022).

Il caso di specie riguarda la condanna inflitta al datore di lavoro, legale rappresentante della società, responsabile dell’infortunio di una sua dipendente che le ha causato l’amputazione della falange distale del secondo dito della mano sinistra per colpa generica nonché per inosservanza di norme in materia di sicurezza sul lavoro, avendo omesso di programmare la pressa per lo stampaggio di materie plastiche in modo che gli estrattori agissero solo a cancello chiuso, avendo omesso di dare all’operaia adeguata informazione e di dotarla di un attrezzo per afferrare il pezzo senza interessare con le mani la zona operativa dello stampo.
Il datore di lavoro propone ricorso in Cassazione che supera il vaglio di ammissibilità, non essendo stati proposti motivi aspecifici né motivi manifestamente infondati. Ciò impone, preliminarmente, di rilevare l’intervenuta estinzione del reato per prescrizione.
La delibazione dei motivi indicati fa escludere l’emergere di un quadro dal quale possa trarsi ragionevole convincimento dell’evidente innocenza del ricorrente. Sul punto, l’orientamento della Corte di Cassazione è univoco. In presenza di una causa di estinzione del reato il giudice è legittimato a pronunciare sentenza di assoluzione a norma dell’art.129, comma 2, cod. proc. pen. soltanto nei casi in cui le circostanze idonee ad escludere l’esistenza del fatto, la commissione del medesimo da parte dell’imputato e la sua rilevanza penale emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile, così che la valutazione che il giudice deve compiere al riguardo appartenga più al concetto di constatazione, ossia di percezione ictu oculi, che a quello di apprezzamento e sia quindi incompatibile con qualsiasi necessità di accertamento o di approfondimento. Nel caso di specie, restando al vaglio previsto dall’art. 129, comma 2, cod.proc.pen., l’assenza di elementi univoci dai quali possa trarsi, senza necessità di approfondimento critico, il convincimento di innocenza dell’imputato, impone l’applicazione della causa estintiva. Si impone, pertanto, l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, per essere il reato estinto per prescrizione.